A L'Aquila il tema rifiuti, nel 2025, non è solo una questione di calendari e mastelli. È soprattutto la vicenda di una partecipata, l'Asm, che porta sulle spalle un debito stimato intorno ai 9 milioni di euro e una situazione di cassa definita dagli stessi documenti aziendali “allarmante”.

Le cronache delle ultime settimane hanno parlato chiaramente di rischio emergenza: rallentamenti nel pagamento dei fornitori, difficoltà nella programmazione dei servizi, timore che, senza interventi strutturali, possano andare in sofferenza raccolta, spazzamento e perfino i servizi cimiteriali, che non sono certo un optional per una città di 70mila abitanti.

Dietro i numeri, però, c'è un sistema che continua a funzionare grazie al lavoro quotidiano degli operatori e a un'organizzazione che, nonostante le difficoltà, cerca di garantire la copertura del territorio. La raccolta differenziata è cresciuta negli anni, i quartieri che hanno interiorizzato meglio le regole mostrano risultati stabili e una parte della città vive come “normale” l'idea di separare correttamente i rifiuti.

Il problema è che questa normalità poggia su fondamenta fragili: senza un piano industriale credibile, risorse dedicate e una gestione rigorosa dei costi, il rischio è quello di trovarsi a gestire l'emergenza ogni volta che la cassa entra in sofferenza. Le opposizioni hanno più volte usato parole dure sulla situazione dell'Asm, ma al netto delle letture politiche resta la consapevolezza, trasversale, che la città non può permettersi di far saltare un servizio essenziale.

Nella memoria collettiva degli aquilani c'è ancora il ricordo di periodi in cui cassonetti pieni e cumuli ai bordi delle strade hanno fatto temere un vero collasso del sistema. È anche per evitare di rivivere quella stagione che oggi si parla apertamente della necessità di un intervento deciso, in grado di tenere insieme sostenibilità economica, tutela dei lavoratori e qualità del servizio.

Dal punto di vista di chi vive il territorio, la questione è semplice: si paga una tassa rifiuti già pesante e si chiede, in cambio, un servizio stabile. Che questa normalità venga garantita attraverso un salvataggio, una ristrutturazione profonda o un ripensamento del modello sarà tema dei prossimi mesi. Intanto, la città guarda con attenzione a ogni segnale che arriva dai bilanci e dal calendario della raccolta.