Si è tenuta questa mattina a Roma, nella sala Spadolini del Ministero della Cultura, la presentazione ufficiale di L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026. Un appuntamento molto atteso che ha visto la partecipazione del ministro Alessandro Giuli, dei rappresentanti istituzionali aquilani e delle delegazioni delle dieci città finaliste.

Il ministro Giuli ha aperto la conferenza sottolineando come la candidatura aquilana abbia convinto la commissione per la visione credibile, il carattere identitario e la solidità del progetto culturale. «L’Aquila ha dimostrato che la cultura può essere motore di ricostruzione e sviluppo», ha dichiarato.

Fulcro dell’evento è stato il dossier “L’Aquila. Città Multiverso”, presentato dal team di progetto. Una visione che immagina una Capitale diffusa: non solo la città, ma i borghi del cratere, il territorio del Gran Sasso e l’intera area interna abruzzese. Il 2026 non sarà un semplice cartellone di manifestazioni, ma un anno di cultura come strumento di rigenerazione.

Sono stati annunciati oltre 300 eventi che animeranno tutto il 2026: spettacoli, teatro, musica, danza, arti visive, cinema, ricerca, formazione, laboratori e iniziative diffuse sul territorio. Particolare attenzione è stata data ai progetti permanenti, come la nascita della SAMS – Scuola di Arti e Mestieri dello Spettacolo, pensata per offrire nuove opportunità professionali ai giovani.

Durante la conferenza i rappresentanti aquilani hanno sottolineato la dimensione collettiva del percorso: «Non è una vittoria del Comune, ma della comunità». A 17 anni dal sisma del 2009, il titolo di Capitale della Cultura viene presentato come un nuovo capitolo della ricostruzione, questa volta culturale e sociale.

La giornata di oggi apre ufficialmente il cammino verso il 2026. I prossimi mesi saranno dedicati alla definizione dettagliata del calendario, alla comunicazione e ai partenariati nazionali e internazionali.

Per L’Aquila e per tutto l’Abruzzo interno si tratta di un passaggio storico: un’occasione per mostrare cosa può generare la cultura quando diventa identità, partecipazione e futuro.